martedì 29 maggio 2007

pomodori

Rosso di sera bel tempo si spera.
Rosso relativo.
Rosso Malpelo.
Allarme rosso.
Rosso di mattina, il sole si avvicina.
Pelu rusu, cattiva lana, bestia grama.
Chi beve rosso ha la gioia indosso.


Serie fotografica della Magonza. In red.


Calì oggi. Celebra la ritrovata vena artistica con un bel bagno di colore per la chioma fluente: e si sa...rossa di capelli...( e qui De Piciis avrà da dire).

Rappresentazione filo-decò che la sottoscritta realizzò assaporando una coppa di delizioso caffè Nettuno.

Le rose rosse non mi piacciono: preferisco quelle candide.



Ah! il Partenone!Passione per il mondo classico



Chicco nel momento di siesta. Guardando la dolce Sophie.



( photos by Calinto)

domenica 27 maggio 2007

lunatismo galoppante

Ritrovata gioventù!?!? Slancio vitale che mi spinge a correre, cercare, vedere, sapere, impegnare il tempo.


Esser statica però mi piace. Ho raggiunto l'equilibrio?
Dilemmi.

sabato 26 maggio 2007

...pericoli imminenti e ignoti disturbi sul sesso.



Se è vero che Dio veste in arancione -e qui si chiude il cerchio ritornando al portentoso Sai-, ieri è disceso sotto mentite spoglie ad evitar che la sottoscritta e compare cadessero in lussuriose tentazioni.

Ebbene sì.

La divinità era contro di noi.

L'idea che due giovani baldanzosi ragazzi del cuneese potessero cedere, lascivi, ai richiami della carne era troppo. Soprattutto dopo una cena a base di pesce.

Venerdì fioretti!!!

Ci vuole poco per rovianar una serata in leggero declino dopo l'esaltante performance di un gruppo folk tradizionale piemontese (una sorta di band di liscio riunita in un salone gremito dal NULLA, davanti a tovaglia da pic-nic[mancavano solo i pintun per i pochi uditori mezzi stramazzati a terra dal sonno o disperazione]).

E quel poco -o tanto- è un omino aranciata che ha avuto la malsana idea di aggirarsi sperduto in una notte di maggio, giusto per romper le uova nel paniere a qualcuno.

45 minuti di dialogo surreale alla velocità di una parola ogni 4 .

Tentativi (falliti) di defilatio di fronte all'inevitabile condanna in negativo dei programmi previsti: circa 60.

I pensieri "caghettosi" nei confronti di quella persona Millemila.

Spontanea, ma repressa, la voglia di urlargli dietro: "Ma non hai una cippa da fare il venerdì notte (o sabato mattina prestissimo) all' 1, 40??? Ma ce la fai???Non hai sonno?....se vuoi ti faccio una camomilla così dormi!!!Non capisci gli evidenti segnali di noia et fastidio urticante che emanano le nostre persone???E gli sguardi di odio misto a desolazione, rassegnazione et supplica???"

NO.NON LI CAPISCO. NON LI VOGLIO CAPIRE...SIETE NEL PECCATO!

E così le cose non possono che precipitare nel limbo del nervosismo acuto che porta a straparlare e combinare casini svegliando mezza provincia per un paio di chiavi mai perse.

Intanto l'orologio scorre..TIC, TAC. TIC, TAC. TIC, TAC....

Damn!!!!!

mercoledì 23 maggio 2007

martedì 22 maggio 2007

do YOU remember when...???


Lunedì nel primo pomeriggio sono salita accaldata sulla littorina alla volta di Saluzzo.
Dopo qualche minuto il mezzo è partito ed ho preso ad osservar il panorama: conosco bene il tragitto fino a Torino, ma la vista sul trenino che mi riporta alle origini è differente.
Ovviamente campagne e poi, frutteti, frutteti, frutteti...
Tra la frutta sbuca ad un certo punto una casupola, là un po' lontana dai binari. Si vede appena...intonacata di un bianco slavato dal tempo, di evidente fattura primonovecentesca.

Quella è la casa dove è nata la mia nonna. Non l'ho mai visitata, ma la mamma me ne ha parlato e me la fece veder anni fa, proprio da quella stessa litto in cui stavo seduta.
Il percorso entrando nella City, devia leggermente permettendo di osservar il retro di un vecchio palazzone che presenta porte-finestre aperte su ampli balconi con lunghi corrimano, come nelle vecchie cascine. E in quell'attimo l' occhio è caduto su quella stanza vuota e quella sedia a dondolo abbandonata sul pavimento in marmo, ancora oscillante...per il vento? o ci stava seduto qualcuno?
I pensieri hanno cominciato a correre a ritroso, a quando ero una bimba di pochi anni, persa nelle campagne.
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Quell'area era enorme. Una gigantesca aia circondata su due lati da magazzini in mattoni. In un paio, aperti verso l'esterno ci si giocava con le cugine.

Tutto l'altro lato era adibito a deposito per le macchine agricole che lo zio ritirava con cura. C'era anche il vecchio trattore del nonno. Ogni tanto ci facevano salire per fare un giro.
Gli altri due lati erano occupati dalla casa con annessa la stalla oramai in disuso e l'orto.
Nella stalla la nonna ci teneva poche cose, era l'ideale rifugio per le gatte o le cagne pronte al parto.
Dietro la casa la grande cisterna del gas, qualche pianta di fragole sublimi e il vecchio forno per fare il pane. Quello lo usava solo il nonno e, da quando era morto, ben prima che nascessi, nessuno lo toccava più.
Ricordo che la casa era davvero enorme ed addirittura tutta un' ala non veniva utilizzata...il grande salone che agli inizi del '900 era stato una scuola (dove il mio stesso nonnino era andato), apriva solo per ospitar i parenti sotto la festa di S.Giacomo. Si teneva i giorni del mio compleanno e dell'onomastico del fratellone.

Noi che già si andava tutti i giorni a trovar il parentado, godevamo dei giochi e della festa.
I premi per la partecipazione dei bimbi erano semplici: un aquilone, un paio di zoccoletti in legno, una bambola di pezza...Ma era festa vera.
Si correva per i prati, il grano dorato piegato dal vento....e le biciclettate!
E poi la sera la nonna faceva da mangiare per tutti sul tavolone in legno, scaldava l'acqua sul putagè e via con la pasta fatta in casa e le insalate appena colte.
***
Parlare la sera al fresco.
***
Se avevi sete, in cortile c'era la fontana che attingeva dal pozzo...E su e giù con il grande braccio in ferro per riempire le brocche di vetro scheggiato.
Una volta a settimana passava il furgoncino che vendeva gli alimenti. Si comprava la pasta, il sale , il caffè! La nonna prendeva anche qualche pastiglietta colorata in zucchero pressato che ci dava come contentino se ci eravamo comportati bene. Tirava fuori con mani incerte il borsellino con dentro pochi soldi e pagava con un sorriso il signore baffuto che ci salutava con calore quando se ne andava via.
Verso fine estate si vedevano le pannocchie accatastate e si preparava la conserva. Un gran calderone che odorava di spezie al centro del grande prato, fumava per qualche giorno.

Si facevano i salami.
Lo zio faceva il miele, depositato poi in grandi barattoli di vetro o plastica. Denso e dolcissimo. Le arnie stavano vicino a quel pino enorme, che oscillava paurosamente quando spirava il vento prima dei temporali.
***
In primavera con papà andavamo a raccogliere i papaveri ancora chiusi in mezzo al grano e cercavamo i boccioli bianchi tra l'immensità scarlatta di quei fiori.
***
Prendevo le bacche di sambuco e le schiacciavo tra le dita, macchiandomi i polpastrelli.


Era tutto colorato e pieno di calore.

In quell'epoca c'era sempre il sole.

giovedì 17 maggio 2007

spettacolo di fine anno (gulp!)


"Tutti i bambini sono degli artisti nati. Il difficile sta nel restarlo da grandi"
(Pablo Picasso)
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Finalmente la scuola è agli sgoccioli! Bambini e ragasuoli di tutto il mondo gioite, e godete delle ultime giornate a scaldar (letteralemtene) il banco.
Ma le grazie-e le disgrazie- non vengono mai sole.
Eh, già!
Perchè vorrai mica finire l'anno scolastico così, senza lasciare traccia alcuna di quel poco o molto che si è fatto durante i nove mesi!!!???!!!
E' tempo di saggi, spettacolini, teatrini, mimi, giocolerie di sorta. La fiera dei 'saltimbanchi dell'anima loro', per dirla, anche se un po' meno poeticamente, alla Palazzeschi.
Per dirla alla Calinto, oserei azzardare l'idea del gusto sado-masochisa che sta dietro a tutto questo.
Non parlo dei bimbi...loro sono innocenti (o quasi) giostrati e manipolati da orde di adulti che, giustamente, li espongono alle attenzioni parentali facendo scenette tenerine farcite di canti, fini coreografie, costumi semplici fatti con carta o quant'altro.
Parlo di coloro che dovrebbero stare sedutini, bravini, a salutare i figli dalle panche e fare filmati e scattare foto; gaudenti, con occhi sberluccicosi, che il loro pupillo saltelli o faccia qualsiasi cosa di vagamente artistico.
Perchè lasciar loro onori e gloria?
Perchè non limitarsi a dir: "sei stato bravo, sei l'orgoglio di mamma e papà"?!?
Perchè in questa società di grandifratelli anche la schiera dei genitori vuole la sua fettina di popolarità.
Lo spettacolo della scuola elementare volgeva nei migliori e soporiferi dei modi.
Canzoni, applausi, pausa cambio, canzoni, applausi, etc...
Oddio.
La partecipatio del pubblico imbellettato da prima comunione non era alle stelle( sfido io dopo che ti sorbisci per 5 anni i saggi, soprattutto se hai la fortuna di aver più di un marmocchio).
Sbuffi e tentativi di defilarsi senza pietà alcuna. Le maestre infingarde hanno macchinato il tutto per far in modo che gli allievi fossero costretti a rimaner sino alla fine , con gioia del parentado.
Ma fosse solo quello.
Come tradizione vuole- e qui tendo a giustificare l'abolizione di certe usanze- dopo i bimbi e l'esposizione al pubblico ludibrio delle insegnanti, si son fatti avanti i genitori.
Ogni commento sarebbe inutile.
Davvero.
Tre sono le frasi.
"Amor per l'orrido."
"Al cattivo gusto non si pone rimedio."
"Quando si tocca il fondo si può soltanto risalire"....(e sinceramente lo spero per loro)
*****
Capacità esperessive: 0
Capacità di sintesi: 0
Abilità comiche: 0
Partecipazione emotiva: 0
Senso del pudore: 0
Capacità di coinvolgimento del pubblico: sotto 0
Voto finale:Ø
Conclusione: cari bambini, coltivate le vostre passioni, fateci sorridere con la vostra spontaneità e simpatia....
MA, VI PREGO, AL PROSSIMO SPETTACOLO,
LEGATE I VOSTRI GENITORI ALLA SEDIA.

estate 1960


estratto da "Dall'Ellade a Bisanzio" di Alberto Arbasino.
Atene 1960. Abitudini culinarie.
Si può andarvi a mangiare di sera, per fare esperienza, nelle taverne piccoline. Tutte sui tetti o in fondo a un vicolo cieco, decorate con gabbiette di uccelli, affreschi di santi famosi per la crescita dei capelli, organetti da giostrine "foraines", un paio di mandolini e di piatti molto tipici per comitive greche ugualmente tipiche. Come cibo, 'pas fameux'.
Ma in tutti i posti dove la fame si è patita sul serio per secoli, più una persona è grassa e più la gente la trova bella: non solo nelle stive marittime, anche per strada basta seguire a pochi metri una signora o un giovanotto forestiero con chiappe prosperose, e gli urli di ammirazione sono collettivi. Come nelle celebri foto "di costume" del nostro profondo Sud, con le prime ragazze in bicicletta ai crocicchi dei maschi assatanati di ogni età. Qui però anche il culone maschile extra-large sebra tuttora fragorosamente apprezzato, mentre "slim" con i jeans 501 assolutamente no.
***
Zeus può (talvolta) perdonare, ma la prosa artistica MAI! ci si ammonisce fin dai profondi anni Trenta. Però tutti questi piatti omerici e socratici sono talmente grassi, unti, cicciolosi, pepati, speziati, drogati, fritti: un trionfo degli aromi e odori che anticamente costavano patrimoni, quando anche il sale era un lusso e gli ormoni no...Giusto il contrario dei fabbisogni sudaticci di un clima caldissimo, ancora più greve della nostra estate nazionale. Come si fa a trasporne le qualità e i caratteri in una scrittura arcadica o ermetica equivalente? Si tratta poi sempre in realtà di spezzatini, involtini, fagottini, polpette, cioè quel genere di pietanze 'accomodate' che utilizzano avanzi tritati di "altro" quando il filetto manca e la fesa non c'è. Gli 'uccelli scappati' si diceva nelle campagne, quando in mancanza (appunto) di uccelletti commestibili si cucinava 'quel poco che c'è in casa'
La leccornia più vantata dagli osti sarebbe il medesimo spezzatino, avvolto però in foglie di vite. Ne sono ghiottissimi; ma non si tratta di una vite speciale, sembra la stessa cosa che andare in una vigna a Frascati, staccare una foglia senza verderame, e mangiarla così com'è.

martedì 15 maggio 2007

"Il pitocco"(III): Cuore di pane

Che sorpresa quando in una notte d'ottobre, spanciata sul divano e assolutamente rimbambita dalla grappa cinese, osservai ilare, con l'amico Frizzzz, le prodezze del caro Edward.
Lui era uomo? o macchina?o fantasma? o fantasia dell'abisso mentale?
Bah.
Ma era buono, perchè aveva il Cuore di Pane!

....e il Cuore di Pane non mente mai!...

lunedì 14 maggio 2007

Cineforum? sì, grazie!



...E la pellicola scorre con leggero ronzio...
Inizia!
!E' MAGIA!




Marlene Dietrich....
style.











Buster Keaton...
esilarante.










"Cabiria"(1914)...

affascinante.







"M il mostro di Dusseldorf"(1931)...
inquietante.










"Nosferatu"(1922)...
terrificante.










sensazioni diverse. bello. bello. bello!
(la foto di Gianni non l'ho trovata)

sabato 12 maggio 2007

tavole di legno

Dionisiaco ed Apollineo sono i due impulsi dell’anima greca; ma mentre il dionisiaco è una sorta di forza vitale, di divenire caotico, che permea la nostra stessa realtà, l’apollineo è il principio della forma che cerca di razionalizzare e dare ordine al divenire. Il mondo è pervaso dall’alternanza di questi opposti Apollo e Dioniso e conseguentemente caos-forma, divenire – stasi e guerra e pace. Dove con guerra si intende distruzione di ordine, impulso incontrollato e per pace contrariamente creazione di ordine, sistematicità.....

Per Nietzsche occorre rompere con la tradizione passata che tendeva a trasporre il mondo vero in un mondo altro, pacifico, ordinato, perfetto, occorre fare il salto, la scelta di vivere in questo mondo, in questa realtà, senza dover fuggire per timore del caos dionisiaco che lo permea ma con la volontà di vivere a pieno in essa diventando da uomini superuomini capaci di accettarne le contraddizioni presenti.
La caratteristica basilare dell’oltreuomo nietzschano è la volontà di potenza, essa è il modo di essere stesso del superuomo, egli si fa libertà creatrice, e dal momento che l’oltre uomo, proprio perché oltre, ha superato i vincoli religiosi e metafisici che caratterizzano l’uomo normale, allora può finalmente costruire da sè la propria esistenza, ordinare autonomamente la caoticità del mondo, sentendosi così soltanto realmente libero; l’oltre uomo non rimanda ad una realtà altra il senso dell’esistenza che non può essere trovato se non nel mondo in cui vive. Il superuomo è colui che non accetta verità ma crea "verità" nella consapevolezza che essa implica la presenza dell'errore.

Nietzsche spiega come la volontà di potenza abbia bisogno dello scontro e come il superuomo si definisca e si rafforzi attraverso il contrasto, che è il senso della vita, per sussistere e per accrescersi. Si formerà quindi secondo Nietzsche una razza più forte che a partire da questo presupposto "detrarrà" forze da una società sempre più massificata e livellata. Tanto più si compirà velocemente il processo di livellamento tanto più facilmente potrà aprirsi "l’abisso" che consentirà l’emergere di "una razza più forte" si originerà una razza superiore con un sovrappiù di forze che eserciterà rispetto alla moltitudine livellata il pathos della distanza.

*****

No.
Non in questa realtà.

E' tempo di smettere di filosofeggiar, per quanto stimolante et interessante. E' ora di viverla la vita e sbatterci la faccia contro e prendersi le proprie responsabilità, che ci piacciano o meno.
Con gli eventi, certi, bisogna scenderci a patti.
L'uomo che vive in fino in fondo tutte le contraddizioni come se fossero cosa ovvia, non può esser un uomo inserito in un contesto sociale e, secondo me, non godrà mai di un attimo di felicità, poichè tutto è concesso e nulla è conquistato.

Te lo domandi, ed infatti ne esci sconfitto ed irrequieto.

Lo sai. All'ideale si può tendere, ma non lo si raggiunge mai.

*******

Corri, ridi e godi di quello che hai.
Poniti meno quesiti se questi hanno la parvenza di esser inutili: ti conducono solo alla confusione.
Il troppo ragionare ti fa perdere il bello che hai davanti agli occhi.

venerdì 11 maggio 2007

ChiMiSMi LiRIci


"Sono spaesato, dovunque e sempre. E' il mio stato."



Stato confusionario quando guardo l'immensità del luogo che ospita la Fiera da me più attesa nell'anno solare.
Anni di frequentazione e perenne bocca aperta di fronte alla disposizione degli spazi divisi da fittizie pareti di plastica, codici numerici, settori, colori, gazebi.


Stupore di fronte al fatto che, qualcuno, oltre a te, prova ancora vivo interesse per la carta stampata.
Lieve malessere et inadeguatezza comprendendo che non potrai mai posseder tutto quel sapere e, se anche lo avessi, forse non basterebbe.


Quest'anno mi son sentita un po' meno imbranata. Ho passeggiato con calma, in chiacchiere e sottili osservazioni ammirando gli stands nel loro completo "essere" luoghi di fruizione culturale.
Anche quest'anno ho dato il mio contributo alle solite case editrici dedicandomi all'acquisto di libelli di un certo spessore.
Piena di consapevolezza delle ore liete che mi regaleranno, mi crogiolo nell'idea che già solo l'annusatio dei suddetti sarà fonte di trepidante gioia.
I libri stampati di fresco mi fanno impazzire. Hanno profumi di inchiostro e di carta nuova, pulita e appena lavorata. Adoro le impostazioni esenziali in copertina, le scelte fotografiche minimaliste, i colori d'impatto.
Mi piace toccare la superficie, soppesare i volumi, valutarne i contenuti, sfogliare....
"Leggere buona letteratura è divertirsi, certo; ma, anche, imparare, nel modo diretto e intenso che è quello dell'esperienza vissuta attraverso le opere di finzione, cosa e come siamo, nella nostra interezza umana."

mercoledì 9 maggio 2007

il dio Nettuno



Mi abbandono alle calde delizie del dio Nettuno...
Il suo nettare nero come la notte, profondo come l'abisso da cui proviene.

Il rito del mattino...l'attesa.
L'acqua si riscalda, passeggio intorno al tavolo con le mani pronte ad aprire il sacchettino in carta bianca dalla superficie delicata.
Srotolo lentamente l'estremità ripiegata su se stessa.



E d'improvviso sale alle nari l'aroma forte e deciso del chicco tostato con cura e sapientemente macinato.

INEBRIANTE.

Le sinapsi ripartono assaporando ciò che scorrerà sulla lingua.

Stimoli di piacere all'idea di poggiar le labbra sull'agognata tazzina tiepida di sapori.

L'abbandono lascivo sulla sedia fuori al sole, ad osservar piccoli insetti che ronzano lenti sull'erba tagliata di fresco.

E l'aria si riempie di quel profumo che lascia scia intorno ai vestiti; di vapore che, leggero, sale verso l'alto e gioca come un velo che piano si dissolve.

Il tintinnare del metallo sul bordo del piattino. Sorsate sottili cariche di gusto e solenne pienezza.

Magari una musica di sottofondo. Magari il biscotto amico. Magari la lieve tensione delle dita che sorreggono sinuose una sigaretta appena accesa.

Tutto si consuma in pochi minuti, pulsanti di immenso godimento casereccio. Rimane strascico dei sapori, degli odori che si mescolano e infine svaniscono senza lasciare traccia alcuna.

tribute to Marguerite

In my garden and somewhere in my small town....

FLOWERS














(photos by Calinto)





L'artista




Alfons Mucha (traslitterato in inglese come Alphonse Mucha) nasce a Ivancice (Moravia) il 24 luglio 1860 (anche iooooooooooooooooooooo!!!!!!).


In Moravia lavora principalmente come scenografo teatrale; nel 1879 si trasferisce a Vienna, dove lavora per un'importante compagnia di design teatrale, accrescendo le sue conoscenze tecniche e artistiche.


Nel 1881, ritorna in Moravia, dove svolge in proprio l'attività di decoratore e di ritrattista. È allora che il conte Karl Khuen of Mikulov si interessa al suo lavoro e lo assume per decorare con degli affreschi i suoi castelli di Emmahof (in Moravia) e di Gandegg (in Tirolo ). Il conte è talmente impressionato dal lavoro di Mucha che decide di sostenerlo economicamente e grazie a questo sussidio Mucha può iscriversi all'Accademia delle Belle Arti di Monaco di Baviera .


Nel 1887 Mucha si trasferisce a Parigi, proseguendo i suoi studi e continuando al contempo a produrre illustrazioni per riviste e manifesti pubblicitari.




La produzione di Mucha comprende moltissime opere, divise principalmente in dipinti, grafiche e manifesti pubblicitari, tutti permeati dagli elementi caratteristici dell' Art Nouveau. I lavori di Mucha spesso raffigurano giovani donne in abiti dal taglio neoclassico, circondate da motivi floreali che formano cornici geometriche attorno alla figura. Il suo stile venne subito imitato, nell'arte e nella pubblicità, con esiti raramente all'altezza dell'originale.
Quale beltà della linea...tento di imitarla, ma non riesco.
Grazia nei drappi e nell'uso dei colori.
Elementi scenografici e d'effetto, d'impatto emotivo forte.
Decorativismo puro, or sobrio or pesante negli ori quasi barocchi.
AH!

lunedì 7 maggio 2007

AAAARRRRRGHHH!!!!

Avendo violato uno dei Quattro Pilastri, capisaldi della mia non più integra etica et morale psicofisica è stato dichiarato: "sei una donna orribile!"

E così sia.

Gaudente.
^_^

sabato 5 maggio 2007

adieu Citubimba Car


Questo vuole esser un saluto alla nostra compagna di avventure: Madamine et Signori di mezza provincia(e non) unitevi nel cordoglio per la cara Agilina del nostro cuore.
Hai scorrazzato per le strade d'Italia, portandoci per sentieri impervi dai nostri amici, amori, musici e quant'altro.
Hai faticato nelle salite, ripagata dai nostri complimenti e qualche carezza sul cruscotto.
Filavi veloce nelle discese, agile, come dice il tuo stesso nome.
Hai udito speteguless, condiviso gioie e dolori, sonni e scazzi, sollazzi e risate.
Seconda casa in luoghi e non luoghi.
Or distruttina, pianga il volante, si spengano con grazia i fendinebbia, si alzino al cielo i tergicristalli!!!!
L'animo citubimbo e i tuoi rombanti cavalli salgano al paradiso delle macchinine et riposino in pace!

mercoledì 2 maggio 2007

Il mio REGNO

Questo post è di scarso interesse forse; ma mi piace mostrare a chi legge il mio mondo.
Qui di seguito le foto del mio regno. Il posto dove passo le ore, studio, inseguo pochi sogni. Domina la musica a la cultura.

La sera la luce delle lampade si fa soffusa e gradevole. Le suppellettili vengono sfiorate dall'atmosfera calda della stanza. Nelle nottate di luna, si gode di un incantevole spettacolo osservando il cielo dal finestrone sul tetto.




Di qui sono passate tante persone: chi affascianto dall'ambiente, chi a proprio agio sulle poltrone rifinite in vimini.
Nell'aria del mio regno aleggiano pensieri, musiche, confidenze, amore, passione, noia, caldo, freddo, sonno, gioia, euforia, attenzione, lacrime, rumore, ricordi.
Libroni di fotografie a riportare il passato di me bambina nella camera oscura del babbo.
Tra gli scaffali stracolmi di cd, il computer, croce e delizia dei miei giorni.
Da qui prendono forma i pensieri, si trasformano in parole.
Ciò che si legge nasce e cresce qui.
Forse non ha molta importanza, ma quassù, isolata dal mondo, con il mondo intero in pochi metri quadrati, vivo come in un universo parallelo, un paradiso tutto mio.
E' il mio regno, non mi serve altro!

martedì 1 maggio 2007

Proletari di tutto il mondo, unitevi!!!!



Appendete il casco da lavoro..e il toni (o tony?)...insomma la vostra tutina, divisa, grembiule.

Oggi è festa. La festa del LAVORO. E come tale non si lavora...Io che nullafaccio da tempi non sospetti, festeggio la festa che mi concede licenza, in grazia, di non fare nulla ed esser in pieno gratificata dal fatto che oggi un sacco di gente si dedica all ozio più totale scampagnando (per chi ha la fortuna di goder di bella giornata) o spalmandosi sul divano a guardare il concerto in tv.

Tra l'altro oggi comincia il mese più bello dell'anno. Chi va a scuoletta, realizzerà il fatto che toccano solo più una trentina di giorni di stress e poi ci si ritirerà in vacanza. Chi lavoricchia, pregusta e prenota con anticipo i soggiorni caotici nelle località balneari. I pollici verdi vedranno di colpo giardini splendenti con varietà di fiori in tutta la loro immensa bellezza. La temperatura diventa l'ideale per le prime mangiate all'aperto.

Gioite!!!