venerdì 26 ottobre 2007

fundel

Settimana delirante, questa appena trascorsa!!!
A parte la temperatura glaciale e l'onnipresensa del parapieuva ad infradiciare scarpe e zainetti scolastici, ad onore del vero, ho finalmente compreso che la vita spesso prende per i fondelli.
Tentativo n.1: comunicazione interpersonale.
Dopo 4 settimane, risulta sempre più vano il tentativo di iterazione con taluni personaggi che totalmente proiettati del mondo di soap operas e baggianate varie e perso EVIDENTEMENTE il contatto con il reale, ti fissano con sguardo vacuo e assolutamente appannato, confusi nei loro deliri di medici claudicanti a cui si rivolgono durante lo svolgimento delle puntate (assurde e quantomai noiose).
Se poi si esce dal teleschermo si ritrova un mondo fatto di paradossi e frasi fatte, dove si apre bocca per dare fiato ai polmoni senza alcun tentativo di sforzo intellettuale.
Che poi non è che ci sia qualcosa di male. In effetti di fronte alle incombenze della vita spesso è più facile spegnere il cervello.
Tentativo n.2: gestione delle risorse umane.
Se si pensa al tempo che si spreca a far nulla, quando ci si mette sotto si amplifica l'azione a dispetto del risultato. Ma quando si pensa che il risultato sia dignitoso, arriva qualche personaggio che ti tira la mazzata dicendoti che hai spercato un sacco di tempo comunque. Perchè quello che hai fatto non serve a nulla. Perchè LEI ha cambiato idea. E sebbene tu l'abbia implorata per mesi di dirti il come e il perchè, LEI si sveglia solo ora a dirti cosa devi fare. Tutto il contrario di prima.
Tentativo n.3: organizzazione
Si parte con mille chiamate per organizzarti la settimana infernale, e giù di cellulari squillanti (tutti e due). Poi scopri 3 ore prima che salta tutto perchè i soliti paccusi hanno di meglio da fare...ma chi te li rimborsa tutti quei soldi???

giovedì 18 ottobre 2007

Il bello di...


Il bello di Palazzo Nuovo è che se ti siedi su una delle fredde panchine del luogo, rischi di rimanerci per ore a squadrare le gente che ti passa davanti. Per fortuna ci sono LORO che donano letterale colore all’ambiente dai toni grigiosi.
C’è il metalluso con le borchie, il dark vampiresco bianco e nero come un film muto (e tendenzialmente tale nella loquela), il punk cresta-di-ferro di colori sgargianti, la svariona a righe e a quadretti con i sandali alla francescana e l’anello al naso, lo svario rasto-dub con l’immancabile djambè e una chioma annodatissima, la secchiona con la calzamaglia bianca e le gambette a stecco, la fighettina tutta Louis Vuitton, D&G, Gucci, ma con il calzino bucato (forse---mi piacerebbe vedere!!!!), il truzzo con le sopracciglia rifatte, l’ anarchica, il rapper, la tamarra-rasatina mix tra grunge, psichedelico e house minimal chic…
Il bello di Palazzo Nuovo è che se hai fretta, ti trovi una fiumana di gente che ti pesta i piedi e ti taglia la strada, che ti ferma per chiederti cose folli stile: “come si fa ad arrivare al secondo piano??” proprio di fronte agli ascensori, che ti chiede se hai del fumo, che fa amicizia per una monetina scambiata.
Il bello di Palazzo Nuovo è che se cerchi qualcosa tendi a non trovarlo mai, ma se non cerchi nulla è il posto ideale. Infatti se NON cerchi un posto a sedere nelle aule dalla 6 alla 15, ti accomoderai per terra o direttamente in corridoio tra le palline di povere svolazzanti. Se NON cerchi un libro, ti va bene, perché tanto non lo troveresti e se mai lo trovassi sarebbe monco e smangiato dai topi.
Il bello di Palazzo Nuovo è che se vuoi prenderti un’influenza per scampare alle incombenze sgradite della vita, hai la certezza di riuscire nel tuo intento. Oltre alla fiumana di malati che gravitano in loco, basta una sana mattinata tra l’aula e il corridoio, ove lo sbalzo termico è di circa 30° C. per cedere alla potenza dei virus sospesi nell’aere
Il bello di Palazzo Nuovo è che ogni giorno cambia forma: presidi no global, pranzi sociali o costinate in corridoio, mostre di arte contemporanea, centro sociale, discoteca nelle notti bianche, sala conferenze, gabbia per matti di tutte le etnie.
Il bello di Palazzo Nuovo è che nonostante lo si schifi e lo si disprezzi, si finisce sempre per ammiralo. Almeno un po’.

Dissolvenze



A.
Venerdì sera in qualche scantinato: fuga di parole, merendine, cioccolata. Rumori e musica. Lavori in corso per migliorare l’ambiente. BIRRA.
“Quanto faresti per una manciata di euro?” domina la morale o la gola? AH! Si mettono a nudo le carte. Sopra le teste il NEON e le NEBBIE che fuoriescono dalle nostre bocche.
Vitalità artistica in miscellanea plurimaterica degna del Guggenheim Museum…?!? La fotografia diventa disegno.
B.
Corsa verso il centro, un po’ storditi da QUEL passare di mano in mano. Arancione e caldo sciiiiiiiiiiiiiiiiiiivoooooooolaaaaaaaaaaaaaaa giù lento. Giù.
UN PO’ DI ATTENZIONE!!!
Sotto terra si mescolano le note in un calderone fatto di caotiche distorsioni del suono. Solo nella mia testa??? Manca la luce, aumento la sensibilità e le cose divampano di colori di fuoco. Fuori il consueto brulicare di gente : si incrociano vite viaggianti, ambigue, spaccate dentro e così manifeste in atteggiamenti deliranti. Come per me. Che in fondo mi sento turbinare il cervello in tutto questo scanzonato correre di letto in letto, braccia, mani, occhi, colori, profumi, odori, idee, bla-bla, illusioni, svarionaggi e fuorismi.
Senza sapere cosa fare.
C.
Scaccio la noia scrivendo. Movimenti di persone davanti alla mia finestra. Scarpe sparse per la stanza, sul pavimento in legno scricchiolante.
Quanti occhi mi fissano dalla parete? Tu e le tue imprese Caravaggio! Botticelli!! Michelangelo!!! E poi voi amici, immortalati così come eravate nel folleggiare degli ultimi anni.
Cartoline e foto di chi è rimasto 60 km indietro.

NaNi

“Arrenditi marrano!!!”

Alla maledizione dei bambu non si pone rimedio. E non si dica che son razzista o insensibile, si fa per scherzare. E così mentre lo speleologo del carmagnolese incontra tutti i giorni il pullmino speedy per la tangenziale, con un folle al volante ai 200 km/h, Calì la sgualfa, forte della pressante presenza mentale dei nani da giardino (inculcata arditamente da madama Julie) si arrende di fronte al Nano Gianni e la NA-NA della stazione di Saluzzo. Ma ancor di più se si pensa all’altro ieri, quando ancora piena di spirito fouquettiano e gli occhi sazi di minuscola maniera, si è trovata di fronte al prodige del giorno: il Nano Alto.
Avete capito bene!!!
Il Nano Alto, ovvero la sublimazione dell’ossimoro.
Una figura retorica fatta a persona: mica poco!!!!
A raccontarlo pare una barzelletta, ma si sa, ognuno si appassiona un po’ a quel che vede. Tipo la naturalista Zazie, che dopo l’indagine faunistica sull’ornitorinco, si dà alla lettura dei cataloghi sui tori da monta.

giovedì 11 ottobre 2007

come sempre, la solita scema


Colta da irrefrenabile smania di sapere sulle gesta dei grandi amanuensi (oH, dannati bestiari a me cari!!!), senza indugiare mi son buttata sul corso di miniature.
Inutile dire che il livello di comprensione della materia medievale, a me già naturalmente ostica, risulta piuttosto basso, per non dire disastrosamente disastroso considerate le lacune storico-artistiche da me acquisite in questo sfolgorante pluritriennio universitario.
Dopo la deprimente lezione mattutina, ove imponenti punti interrogativi sgorgavano dalla mia zucca vuota, mi sono seriamente domandata se continuare ad alzarmi alle 7 tutti i giovedì e vergognarmi della mia ignoranza o dormire bellamente dedicandomi all'infingarda tesi.
Seguendo la lezione del mio mito Paperino, ho scelto la seconda opzione.

sabato 6 ottobre 2007

Il PataFisico



"Ho conosciuto un Patafisico!!!"

Ancora mi echeggiano in testa codeste parole, ritornando ad una serata non molto lontana...

Eppur non mi suonava nuova questa disciplina.

"Un giorno ti spiegherò..." disse il saggio.

Ma quel giorno non giunse.

Poco dopo la mezzanotte di una notte saviglianese qualunque, un sms confermò l'acquisto di qualche volume sull'argomento.

Ma che curiosità!!!


WIKIPEDIA, pensaci tu a svelarmi l'arcano!!!


La patafisica è la "scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità".

La patafisica, contrariamente alle altre scienze, non si occupa delle regole, ma piuttosto delle eccezioni.

Il primo docente è considerato il Dottor Faustroll, noto per aver calcolato la superficie di Dio.


Il termine patafisica fu introdotto da Jarry per parodiare il proprio insegnante di fisica del liceo che, a suo dire, compendiava in se stesso «tutto quanto di grottesco c'è nell'universo». Il termine patafisica compare per la prima volta nell'opera teatrale di Jarry "Ubu cornuto", il cui protagonista è appunto Ubu re, personaggio meschino, crudele e repellente, ma viene rivelata pienamente nell'opera "Gesta e Opinioni del Dottor Faustroll, 'Patafisico".


La patafisica non è una negazione che aspira a divenire una nuova affermazione.

Non pretende di salvare il prossimo riformandolo

È didattica, ma non pedagogica.

Ha un metodo ma non ha un fine.

È monolitica e libertaria, ritualistica e scanzonata, profetica e anti-messianica.
Pone sullo stesso piano di equivalenza l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo.
Non crede nel valore assoluto delle contrapposizioni convenzionali: bello e brutto, spirito e materia, bene e male, vita e morte, bianco e nero ecc.; eppure le comprende tutte.
Non persegue alcuna costruzione chiusa, con pretese totalitarie e definitive, bensì un continuo accrescimento, ed una continua riclassificazione, su basi logiche, dei dati forniti incessantemente dall'esperienza.
Non contiene: alcun dogma o limitazione, intolleranza o fine ultimo o riduzionismo, né alcuna formula pretenziosamente definitiva, sintetica e globale.
Se anche una verità unica, una verità superiore, una verità chiave esistessero, e se anche esse fossero riconducibili ad un dio, esse non potrebbero restare che indeterminate, suprema e irraggiungibile meta verso la quale si muoverebbe incessantemente - appunto, patafisicamente - una pluralità, continuamente accresciuta, risistemata e risistemabile di simboli dal significato frammentario, provvisorio, e solo parzialmente accessibile.

Poiché non esistono differenze categoriche essenziali e definitive le categorie sono delle classificazioni artificiose che generano delle differenze convenzionali, artificiali, e niente affatto essenziali.
Quesito della patafisica: anche se il principio di indeterminazione non fosse valido per la storia e per i fatti, esso sarebbe pur sempre valido per il modo di conoscerli e di interpretarli?
Madoi!!
Mi si aprono un sacco di strade....