sabato 6 ottobre 2007

Il PataFisico



"Ho conosciuto un Patafisico!!!"

Ancora mi echeggiano in testa codeste parole, ritornando ad una serata non molto lontana...

Eppur non mi suonava nuova questa disciplina.

"Un giorno ti spiegherò..." disse il saggio.

Ma quel giorno non giunse.

Poco dopo la mezzanotte di una notte saviglianese qualunque, un sms confermò l'acquisto di qualche volume sull'argomento.

Ma che curiosità!!!


WIKIPEDIA, pensaci tu a svelarmi l'arcano!!!


La patafisica è la "scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità".

La patafisica, contrariamente alle altre scienze, non si occupa delle regole, ma piuttosto delle eccezioni.

Il primo docente è considerato il Dottor Faustroll, noto per aver calcolato la superficie di Dio.


Il termine patafisica fu introdotto da Jarry per parodiare il proprio insegnante di fisica del liceo che, a suo dire, compendiava in se stesso «tutto quanto di grottesco c'è nell'universo». Il termine patafisica compare per la prima volta nell'opera teatrale di Jarry "Ubu cornuto", il cui protagonista è appunto Ubu re, personaggio meschino, crudele e repellente, ma viene rivelata pienamente nell'opera "Gesta e Opinioni del Dottor Faustroll, 'Patafisico".


La patafisica non è una negazione che aspira a divenire una nuova affermazione.

Non pretende di salvare il prossimo riformandolo

È didattica, ma non pedagogica.

Ha un metodo ma non ha un fine.

È monolitica e libertaria, ritualistica e scanzonata, profetica e anti-messianica.
Pone sullo stesso piano di equivalenza l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo.
Non crede nel valore assoluto delle contrapposizioni convenzionali: bello e brutto, spirito e materia, bene e male, vita e morte, bianco e nero ecc.; eppure le comprende tutte.
Non persegue alcuna costruzione chiusa, con pretese totalitarie e definitive, bensì un continuo accrescimento, ed una continua riclassificazione, su basi logiche, dei dati forniti incessantemente dall'esperienza.
Non contiene: alcun dogma o limitazione, intolleranza o fine ultimo o riduzionismo, né alcuna formula pretenziosamente definitiva, sintetica e globale.
Se anche una verità unica, una verità superiore, una verità chiave esistessero, e se anche esse fossero riconducibili ad un dio, esse non potrebbero restare che indeterminate, suprema e irraggiungibile meta verso la quale si muoverebbe incessantemente - appunto, patafisicamente - una pluralità, continuamente accresciuta, risistemata e risistemabile di simboli dal significato frammentario, provvisorio, e solo parzialmente accessibile.

Poiché non esistono differenze categoriche essenziali e definitive le categorie sono delle classificazioni artificiose che generano delle differenze convenzionali, artificiali, e niente affatto essenziali.
Quesito della patafisica: anche se il principio di indeterminazione non fosse valido per la storia e per i fatti, esso sarebbe pur sempre valido per il modo di conoscerli e di interpretarli?
Madoi!!
Mi si aprono un sacco di strade....

8 commenti:

Anonimo ha detto...

w la PATAFISICA!!!

Anonimo ha detto...

Sarei davvero curiosa di sapere come si calcola la superficie di Dio.

Calì

Anonimo ha detto...

è normale che nonci abbia capito un benemerito....?

Anonimo ha detto...

è normale che nonci abbia capito un benemerito....?

Anonimo ha detto...

anche non capirci nulla fa parte della patafisica...



Calì

Zazie ha detto...

Anch'io voglio sapere come si calcola la superficie i Dio!

Ma quest'illustre Patafisica, che tu sappia, si conciglierebbe bene con il mio Socialismo Utopistico?!

Uhm.
Ohm.
Ehm.

Zaz.

Anonimo ha detto...

e vai che Ubu si espande!
sai che tra l'altro fanno spesso a teatro opere di Jarry, anche a turin, me li son persi per un soffio più d'una volta stupidamente, pork!sii più informata di me magò, a't cunven pru.
certo che l'embriagon in foto non potrebbe meglio parlare di patafisica che con un bicchierazzo in mano.
thanx for commenting my poor blog e le foto di biennal! per fortuna allemostre le luci son perfette e ciò aiuta molto l'aspirante fotografatore a rendere carino il risultato!
blob

Anonimo ha detto...

mi informerò, ossì!
almeno renderò più produttive le serate nel torinese, al posto di ammazzarmi di noja davanti al pc in fase scriptoria pro tesis(questa odissea pare non finire mai).
Quanto al patapinferlu fotografato di tutto mi parla tranne che dell'Ubu re, mistero che tiene ben celato nella sua zucca.

Claro che, oltre le lucine della biennal, risulta esser abile la fotografa. io continuo segretamente la mia attività di finta reporter e, pur dotata di un buon mezzo cattura immagini, manco totalmente di conoscenze base...anche questo è un ambito in cui dovrei applicarmi di più.

magò