
154 giorni passati insieme.
"Chi confessa la propria ignoranza la mostra una volta. chi non la confessa, infinite."


Meno male che ci sei tu...
IERI.
Avevo bisogno di un sorriso ed un abbraccio; un bacio mentre i miei occhi si chiudevano e la mente abbandonava il delirio del vero.
E una volta riaperti, eri ancora lì che mi guardavi e mi sussurravi qualche frase per sollevarmi da terra. Ancora e ancora.
Nella mia testa un po' di nero e il vuoto forzato, per alienarmi dal mondo e concentrarmi solo sul calore di quelle mani. Nulla e tutto in un istante, prima di svegliarmi e capire che facevo ancora parte di quel reale esserci. Lì in mezzo ad altri. Con i loro pensieri, sguardi, moti dell'animo.
Meno male che ci sei tu...
OGGI.
Ho sentito la voce che crea quiete.
Meno male che ci sei tu...
DOMANI.
Poter percepire la presenza in divenire di te, di me, nostra. Sospesa sul filo dell'ignoto, eppure concreta nelle nostre menti lucide nelle proprie fittizie certezze. E va bene così.
Sì.
Trascinati dalla musica del saggio di danza in atto, i nostri eroi non hanno saputo resistere al richiamo del mambo.
I miracoli dell'amore consacrati dalla sublime presenza di Spongi, il cui sorriso appare alquanto familiare.
In attesa del cambio , bambugginando allegramente, si assiste alla scenetta del ciucK che, salito sul palco, ha interrotto il balletto di 3 poveri raggazzuoli dodicienni che si inraviulavano a terra.
E' risaputo che io non abbia mai avuto molta simpatia per i miei cari consanguinei. Non c'è da stupirsi: il 90% di essi non ha mai sviluppato alcun tipo di interesse nei confronti delle vicende relative alla mia famiglia; con il tempo anche noi abbiamo smesso di prenderli in seria considerazione, se non in quelle gaudenti occasioni in cui regna l'ipocrisia di gruppo.