
154 giorni passati insieme.
"Chi confessa la propria ignoranza la mostra una volta. chi non la confessa, infinite."
Come ultima arrivata mi tocca il mobilio di fortuna. Notevole lo scaffale sgualfo inclinato in avanti di 10° che rende la simmetria fotografica pericolosamente in bilico. Ho saggiamente deciso di NON caricarlo di libri, salvo non si gradisca un dizionario sulla capoccia.
Per riempire le spoglie pareti, qualche foto e cartoline d'arte, poco atte-nevvero???- a cancellar l'abisso di vuotezza che creano i soffitti alti 4 metri.
L' idea del bagno allo sfacelo e del poster di Harry Potter sopra il cesso, senza contare il tentativo di riproduzione di biblioteca stercoraria rinascimentale, la lascio alla vostra sublime immaginazione.
Ossequi.
Meno male che ci sei tu...
IERI.
Avevo bisogno di un sorriso ed un abbraccio; un bacio mentre i miei occhi si chiudevano e la mente abbandonava il delirio del vero.
E una volta riaperti, eri ancora lì che mi guardavi e mi sussurravi qualche frase per sollevarmi da terra. Ancora e ancora.
Nella mia testa un po' di nero e il vuoto forzato, per alienarmi dal mondo e concentrarmi solo sul calore di quelle mani. Nulla e tutto in un istante, prima di svegliarmi e capire che facevo ancora parte di quel reale esserci. Lì in mezzo ad altri. Con i loro pensieri, sguardi, moti dell'animo.
Meno male che ci sei tu...
OGGI.
Ho sentito la voce che crea quiete.
Meno male che ci sei tu...
DOMANI.
Poter percepire la presenza in divenire di te, di me, nostra. Sospesa sul filo dell'ignoto, eppure concreta nelle nostre menti lucide nelle proprie fittizie certezze. E va bene così.
Sì.