
L'italiano medio dedica la domenica al fancazzismo più totale. Nel programma rientra in genere seguire con fare interrogativo-imbambolato-rassegnato uno sport (guardare ovviamente, lungi da noi il praticare).
Le prodezze degli smutandati che inseguono la gloria di una sfera prezzolata, hanno lasciato il posto, in questo dì di festa, ad altrettanti smutandatissimi atleti che però la palla la fanno volare.
La scelta è caduta sulla partita dei play off, la cui vittoria dei nostri pareva scontata.
Inutile dire che abbiamo perso (e tra l'altro, gaudenti, ci siamo defilati dopo 5 interminabili set).
Ma io lo spirito agonistico non ce l'ho quindi mi son concentrata, più che a veder la partita, ad osservare i giocatori( garantisco che più si osserva più si rimane stregati) e l'atteggiamento del pubblico.
Non era la mia prima volta al palazzetto cuneese, ma non avevo mai considerato l'importanza di arrivare circa un'ora prima ed assistere al riscaldamento dei giovanotti....
Orde di ragazzine con macchine fotografiche ad immortalare le movenze da contorsionisti, ben definite nelle divise in microfibra con scritte nei punti giusti, quasi ad invitar lo sguardo a posarcisi sopra.
Ho imparato un sacco di nomi di sponsors!!!!
Scherzi a parte, son rimasta ammirata da cotanta opulenza di corpi maschili. Probabilmente è questa la perfezione fisica che cercavano di raggiungere in scultura gli antichi greci!
Amante degli estremismi, insieme agli amici ci si è accomodati nella curva dei Blu: lì regna sovrano il caos.
I capi dei Blu sono dei tizi che passano i giorni a comporre inni votati al dio Volley a favore dei loro prediletti.
Le basi musicali spaziano da quelle di coretti da stadio di mezz'Italia, ai canti popolari, canzonette sanremesi e fantastiche melodie francescane da chiesa.
I capi dei Blu arrivano con i megafoni e ci urlano dentro tutto il tempo: stanno appollaiati sul corrimano dell'anello superiore e si agitano manco fossero tarantolati. Uno di loro dirige con la mano, un altro massacra di mazzate il tamburo da guerra.
Credo che i capi dei Blu la partita non la guardino mai. Danno sempre la schiena al campo.
Forse osservano le azioni di gioco negli occhi sberluccicanti dei tifosi.
I sottosegretari dei capi son dei tali che si sbattono a fare striscioni, cartelloni, lenzuoloni decorati e fornire il servizio cotillons.
I più furbi son stati quelli del servizio vendita gadgets, che fanno pagare sciarpine e magliettine Blu ferrovie dello stato a peso d'oro.
Le file dei tifosi della curva son un melting pot di generi umani che cadono in una specie di trance non appena sentono il primo colpo sul tamburo. Una specie di ipnosi di gruppo dove ciascuno non esita ad attingere dal proprio peggio.
Perchè basta che il povero tapino appartenente alla categoria arbitri alzi il dito nel momento meno opportuno che si scatena l'inferno. Non importa che tu abbia 4 anni o 82, l'importante è che tu dia fiato ai polmoni straziandoti la laringe e vomiti ogni sorta di barbarie ti passi per la testa.
Se poi ti senti in forma canti e salti tutto il tempo, ti sfrangi le mani a forza di cozzarle insieme come nacchere e acquisisci un delizioso colorito paonazzo in faccia.
Olezzo di rose muschiate si innalza nell' area dei Blu.
La temperatuta raggiunge livelli tropicali.
La possibilità di seguir con calma pochi minuti di gioco è irrimediabilmente compromessa dagli alzabandiera e dalle molle umane che ti stanno sedute davanti.
Se ti spatasci sul seggiolino rischi la frattura della colonna vertebrale allora ti sistemi in punta dove la deliziosa collinetta che delinea l'ipotetica forma delle gambe, ti fa stare come se ti avessero infilzato su in palo.
Le partite le fanno di norma all'ora dell' aperitivo/cena. E' dunque inevitabile che pendant il terzo/quarto set il palazzetto si svuoti per poi ricolmarsi di allegri faccioni farciti di pizza al microonde a pop corn che volano dalle bocche pronte a spalancarsi al primo punto vincente.
Alla fine ci si alza dai cadreghini plasticosi stremati e intorpiditi, con la mappazza sullo stomaco, la voce atona e la delusione della sconfitta, pronti per correre all'auto e tamponarsi per immettersi, primi, nella coda da esodo pasquale fuori dalla struttura.
La prossima domenica DORMO.